L’ALLENATORE DI PALLAVOLO ( Appunti )

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[nextpage]DINAMICA E MECCANICA DELLA CONDUZIONE D’ALLENAMENTO
La riuscita di un allenamento è determinata dal comportamento dei giocatori, compreso il loro livello e lo stato mentale generale. La qualità dell’allenamento non dipende dal piano scritto nel quaderno dell’allenatore. La maggior parte degli allenatori possono trovare esercizi nei tanti libri disponibili, oppure sono in grado di idearli e svilupparli per loro conto. Non sono gli esercizi a rendere efficace l’allenamento, ma il comportamento degli atleti che vi partecipano.
Come possono gli allenatori ottenere il meglio dai loro atleti?
1- L’allenatore deve capire la sua influenza sulla squadra sia dal punto di vista collettivo che individuale.
2- L’allenatore deve insegnare agli atleti come comportarsi nelle diverse situazioni pratiche.
3- L’allenatore deve essere sensibile al carico emotivo e agli alti e bassi quotidiani dei propri atleti.
4- L’allenatore deve essere creativo ed elastico. Dev’essere molto deciso nello sviluppare e provare nuove idee. Dev’essere capace di adattarsi ad ogni situazione non appena si presenta.

[/nextpage] [nextpage]L’ALLENATORE DEVE CAPIRE LA SUA INFLUENZA.
Quando guardate nello specchio vedete la stessa persona che gli altri vedono? E’ estremamente importante che l’allenatore sappia che persona gli altri vedono in lui. Questo è più facile affermarlo che metterlo in pratica. Siamo selettivi quando guardiamo a noi stessi, normalmente vediamo solo quello che vogliamo. Quando l’allenatore si rende conto chiaramente che immagine di lui hanno i suoi atleti, può essere molto più efficace nell’usare la sua personalità come utile strumento. Così illuminato, l’allenatore diventa molto più consapevole della sua influenza sulla qualità del lavoro e del comportamento della squadra.
L’allenatore fissa la modalità ed il tempo della seduta d’allenamento prima della stessa. Dovrebbe decidere la maniera in cui condurre l’allenamento: intensità alta? Tempo lento per permettere un’analisi dei fondamentali? Collerico? Competitivo? Cooperativo? E’ importante creare l’ambiente utile per rinforzare i comportamenti desiderati nelle diverse situazioni e modellare gli esercizi in funzione del comportamento che ci si attende. L’allenatore determina il ritmo dell’allenamento attraverso:
– Linguaggio corporeo (postura, movimenti, espressioni facciali, ecc.);
– Uso della voce (parlata svelta, positiva, incoraggiante commento, toni tranquilli o forti, uso di certe parole, silenzio, ecc.);
– Tipi d’esercizio (concentrati sull’allenatore, centrati sul giocatore, iniziati dall’allenatore); Per riassumere, l’allenatore deve capire com’è visto dai propri atleti. Usando la sua conoscenza può efficacemente controllare il tempo d’ogni esercizio e dell’intero allenamento.

[/nextpage] [nextpage]INSEGNARE AGLI ATLETI COME COMPORTARSI IN ALLENAMENTO.
Durante le primissime sedute d’allenamento, l’allenatore deve chiarire con gli atleti che comportamenti mentali vuole da loro. Inoltre, curando la meccanica d’allenamento, l’allenatore può sviluppare e rinforzare comportamenti mentali ed emotivi corretti.
Questi comportamenti riflettono gli atteggiamenti che gli atleti avranno nei confronti dell’allenamento e della partita. Saranno indicativi dell’agonismo e dell’etica di lavoro sia collettivi sia individuali. Il desiderio d’ogni allenatore è quello di avere degli atleti che arrivano all’allenamento con un atteggiamento positivo e collaborativo. Questi atleti apprezzano la qualità del lavoro che si fa in allenamento, e capiscono la necessità di mantenerla su livelli elevati. Essi lavorano duramente, aiutano ed incoraggiano i loro compagni di squadra, s’impegnano al massimo in ogni azione, aiutano a trasportare e a disporre il materiale, e seguono strettamente le istruzioni. Normalmente questo tipo d’atleta lo definiamo “allenabile”. Raramente, se mai, una squadra è composta da giocatori “allenabili”. Spesso gli atleti forti sono egocentrici, egoisti, refrattari all’autorità e lunatici. Essi sono convinti di aver bisogno di preservare le loro energie per la partita vera. Quindi, una delle più grandi sfide per l’allenatore è prendere un gruppo con una vasta gamma di personalità e amalgamarlo. Una squadra forte è sviluppata secondo come l’allenatore conduce costantemente l’allenamento e di quanto egli abitui i giocatori a lavorare.
L’atteggiamento di un giocatore si sviluppa in tre fasi:
1- La sua vera motivazione (perché vuole giocare).
2- Le aspettative dell’allenatore e la costante applicazione di standard specifici.
3- La pressione dei suoi pari (la norma comportamentale della squadra).
L’allenatore non può far nulla sul passato dei giocatori e su quanto loro siano motivati a giocare, tuttavia deve capire la storia di ogni giocatore ed essere consapevole di cosa lo ha spinto verso la pallavolo. Può invece influenzare notevolmente gli altri fattori. Bisogna che l’allenatore sia costante nelle sue richieste verso i giocatori durante l’allenamento. Quali siano le linee guida
stabilite dall’allenatore, queste devono essere sempre eseguite.
L’allenatore deve essere consapevole di quanto la pressione dei coetanei possa alterare il comportamento e l’atteggiamento dei giocatori. L’effetto può essere positivo o negativo. Per esempio, se un giocatore e di solito pigro, ma è circondato da giocatori che lavorano bene, o si adegua e lavora duro anche lui, o è emarginato.
– Una volta che i giocatori hanno imparato come devono allenarsi in termini di regole specifiche, d’abilità tecniche, di comunicazione e di comportamento, sono loro a determinare il successo o il fallimento della seduta d’allenamento.
– L’allenamento serve per lo sviluppo di un comportamento competitivo. Anche se i fondamentali sono stati sviluppati, l’accento deve essere posto continuamente sull’intensità e sulla concentrazione richieste per uno sforzo agonistico ottimale. I giocatori devono rendere quest’atteggiamento un’abitudine, dando in ogni occasione di contatto con la palla il meglio di loro stessi.

[/nextpage] [nextpage]L’ALLENATORE DEVE ESSERE SENSIBILE ALLE PERSONALITÀ DEI GIOCATORI.
Quest’area, forse, è quella più difficile in cui dimostrare costanza. Iniziamo subito a liberarci dalla tradizione filosofica dell’essere “giusti”. Non è possibile essere giusti, specialmente agli occhi dei giocatori. Il giocatore spesso vive il trattamento riservato ad un compagno da parte dell’allenatore come “ingiusto”, rispetto a come è tratto lui. Tutti i giocatori devono capire che l’unica percezione di “giustizia” che conta è quella dell’allenatore.
L’allenatore deve trattare ogni giocatore individualmente, per il semplice motivo che ogni giocatore è diverso. Alcuni giocatori rispondono positivamente a un trattamento severo, critico, altri potrebbero crollare in un caso simile. Alcuni giocatori se trattati gentilmente rispondono con rinnovato entusiasmo, altri potrebbero approfittare di un trattamento ritenuto “debole”.
L’allenatore ha bisogno di essere costante nel suo comportamento verso i giocatori. Deve essere sensibile ai bisogni di ogni giocatore e ai comportamenti di conduzione ai quali risponde ogni giocatore.
L’allenatore deve sapere quali pulsanti premere per ottenere la massima risposta positiva da parte di ogni atleta e deve continuamente controllare i suoi atleti e lo sviluppo della loro personalità, adattando di conseguenza il suo comportamento. Inseguendo modelli di esercizi, d’abilità di esecuzione, egli talvolta dimentica che esseri umani pensanti e sensibili, con loro motivazioni, stanno cercando di eseguire il piano scritto.
L’allenatore, per essere efficace, deve sviluppare una coscienza sensibile al fatto che un atleta è una persona. Attenzione: c’è una linea sottile fra l’essere troppo duro e inflessibile, l’essere troppo gentile e arrendevole. Si deve sviluppare una sensazione di ciò che è adatto per ogni individuo in una determinata situazione.

[/nextpage] [nextpage]L’ALLENATORE DEVE ESSERE CREATIVO ED ELASTICO.
Per essere preparato, l’allenatore deve pianificare la seduta. Deve avere in mente lo scopo di ogni esercizio e dell’allenamento intero. Deve tenere conto dei limiti di attrezzature, di tempo e di giocatori. L’allenamento deve essere elaborato in considerazione di questi fattori limitanti. L’allenatore deve concentrarsi su quello che lui e la squadra possono fare e non preoccuparsi per quello che non si può fare. Nei limiti delle condizioni ambientali in cui si sviluppa il suo programma, deve continuamente ricercare le maniere per realizzare gli obiettivi.
I migliori esercizi nella pratica sono quelli creati dall’allenatore. Lui e i giocatori coinvolti nel processo elaborato e nel prodotto.
Certamente, gli esercizi che si trovano nei libri e ai clinic di aggiornamento sono validi; se però questi sono semplicemente copiati ed usati, mancheranno di ogni senso di identificazione con la squadra che cerca di eseguirli.
Gli esercizi dovrebbero riflettere la personalità dell’allenatore e della squadra. L’allenatore deve aggiungere il suo tocco personale in termini di ritmo, di segnali verbali, di inflessioni della voce, di dosaggio e di modalità degli esercizi. Gli esercizi, inoltre, dovrebbero essere funzionali alle tattiche usate (o preparate) dalla squadra. E’ importante che le sedute di allenamento riflettano la personalità della squadra, che i giocatori si trovino bene nell’ambiente di allenamento e posseggano un loro stile.

[/nextpage] [nextpage]COPIANDO GLI ALTRI SI PERDE L’INSPIRAZIONE E CI SI APPIATTISCE
L’allenatore deve essere elastico. Deve adattarsi alle necessità, ai punti forti e deboli dei giocatori coinvolti nel programma di allenamento. Non deve mai fare un errore perché non ha provato. Sperimentare, modificare, adattare. Se qualcosa non funziona, cambiare! Se un allenamento è troppo pesante e la qualità sta calando, è necessario renderlo più facile. Non deve attenetevi a un piano solo perché è “il piano”. Essere cosciente degli alti e bassi emotivi e fisici dei giocatori. concentrarsi su un obiettivo, ma capire e riconoscere la realtà e essere pronti ad adattarsi ad essa.

[nextpage]CAPACITA’ SPECIFICHE PER L’ALLENAMENTO
1 – Far circolare in modo efficace (raccogliere, recuperare) i palloni per tenere gli esercizi all’intensità richiesta.
2 – Lanciare i palloni in modo preciso, quando richiesto.
3 – Fornire i palloni all’allenatore in modo che il ritmo venga mantenuto e l’allenatore possa concentrarsi sull’esercizio.
4 – Stabilizzare i tempi di ripetizione o di inizio per tenere un esercizio in funzione.

[/nextpage] [nextpage]CONCLUSIONI
Organizzare o gestire l’allenamento è molto più che stilare un elenco di esercizi in un ordine logico e avere dei giocatori che lo eseguono. La seduta deve mettere insieme in modo ottimale lo sviluppo dei fondamentali con il comportamento richiesto in partita. L’allenatore deve sfruttare in modo efficace la propria personalità, l’abilità di comunicare verbalmente e non verbalmente, e la conoscenza della psicologia dei suoi giocatori, per creare esercizi e allenamenti funzionali allo sviluppo della squadra. Infine, la riuscita degli allenamenti dipende dai giocatori. Se questi ultimi sono abituati ad allenarsi e a capire gli obiettivi, otterranno i massimi benefici.

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