L’obiettivo del difensore è fondamentalmente quello di “prendere la palla”, è quindi una conseguenza logica che la componente volitiva diverrà elemento determinante per un buon difensore.
Per tirare su una palla bisogna che la mia motivazione sia grandissima e che altrettanto grande sia la mia convinzione che quella palla verrà difesa.
A questo punto viene da chiedersi quale sia la cosa più importante nel fondamentale della difesa, se l’aspetto volitivo o quello prettamente tecnico.
Avere un buon supporto tecnico è sicuramente una cosa importantissima, ma penso che la volontà e l’attenzione siano due componenti determinanti.
In altre parole è meglio avere dei difensori che magari stilisticamente non siano perfetti, ma che risultino efficaci, piuttosto che il contrario.
Altra caratteristica del difensore di buon livello è la capacità di “prevedere” dove cadrà la palla. Con questo non voglio dire che il difensore debba essere un “mago” ma che deve essere in grado, ricordando le caratteristiche dei giocatori avversari, le rotazioni precedenti e le caratteristiche di gestione della squadra da parte del palleggiatore, di posizionarsi in quella parte del campo dove saranno maggiori le possibilità che la palla cada. [/nextpage][nextpage]
TECNICA E POSTURA
La posizione in difesa deve essere una posizione “comoda”, ovvero il difensore deve assumere una postura nella quale non si faccia alcuna fatica a rimanere per qualche secondo e, soprattutto, dalla quale sia facile uscire, cioè alzarsi per andare a prendere un pallone che sia lontano dalla posizione stessa.
Partendo dai piedi diciamo che la divaricata varierà a seconda delle caratteristiche dell’atleta, normalmente i piedi (paralleli) saranno sicuramente più larghi della larghezza delle spalle, logicamente più larga sarà la base di appoggio meglio è.
Bisognerà stare il più possibile vicino al terreno, quindi un’articolazione molto importante per mantenere una buona postura sarà la tibio-tarsica (articolazione della caviglia); questa formerà un angolo tra il piede e la gamba che più risulterà chiuso, più avvicinerà il busto al terreno.
Le gambe devono stare piegate facendo però attenzione a formare un angolo tra gamba e coscia che non sia inferiore ai 90 gradi: infatti se si esagera con la chiusura di questo angolo, risulterà poi assai difficile uscire dalla posizione di difesa per andare ad intervenire sui palloni lontani. Il busto deve stare bene eretto e le braccia, extraruotate, devono stare ben alte davanti al corpo, questo per facilitare tutti gli interventi diretti sulla palla, compresi quelli in palleggio sopra la testa.
L’intervento in bagher nella difesa sarà simile a quello di ricezione, con la variante importantissima che nella difesa, nel momento dell’impatto con la palla, le braccia verranno piegate, questo sia per avere un maggior controllo della sfera sia soprattutto per indirizzare il pallone verso l’alto, permettendo, a chi eseguirà il palleggio di ricostruzione, di avere il tempo di arrivare sotto la palla.
Altra caratteristica che deve avere un buon difensore è costituita dalla capacità di andare a terra con estrema facilità; è quindi importante che già in giovane età si ponga attenzione, nell’impostare esercitazioni di difesa, all’applicazione delle regole base della pre-acrobatica facendo eseguire degli esercizi che prevedano abilità motorie con frequenti contatti con il terreno (capovolte, rotolamenti, ma soprattutto affondi, tuffi e rullate).
Andiamo ora a vedere i tipi di palla su cui dobbiamo insistere in difesa:
• Palla forte addosso
• Palla vicino alla propria posizione
• Palle lente
PER PALLA FORTE ADDOSSO si intende quell’attacco di fronte al quale si ha solamente il tempo di opporre un piano di rimbalzo su cui fare colpire la palla, senza particolari adattamenti dello stesso: in questo caso è importante riuscire a controllare il meglio possibile il pallone cercando, nel momento dell’impatto, di piegare le braccia, facendo in modo di attutire il colpo.
Per ottenere un buon risultato sarà determinante assumere, prima che l’attaccante colpisca la palla, la corretta posizione con le braccia bene avanti al corpo.
PER PALLA VICINO ALLA PROPRIA POSIZIONE si intendono tutte quelle traiettorie un po’ meno violente che ci permettono, pur non dandoci la possibilità di compiere veri e propri spostamenti, di effettuare un affondo, una rullata o un semplice piegamento su di una gamba. Palle comunque che prevedono un intervento fuori dal corpo. A tal fine risulterà importantissimo avere un buon “riflesso sulla palla”, cioè la capacità di unire direttamente le mani sulla stessa e nel modo più rapido possibile.
INFINE PER PALLA LENTA si intende quell’attacco che toccato dal muro, oppure eseguito direttamente dall’attaccante stesso, risulti avere una traiettoria particolarmente lenta e distante dalla posizione del difensore tale da costringerlo ad effettuare un colpo sulla palla solo dopo un breve spostamento seguito a volte addirittura da un tuffo o una rullata (copertura dei pallonetti o difesa lunga del posto 6).
Ritengo che per indicare una corretta progressione nell’apprendimento della difesa si debba porre subito l’attenzione sulle palle lente. Successivamente introdurremo la palla forte addosso e poi la palla nelle vicinanze dell’atleta. Questo però non significa che tutta la propedeutica per il contatto con il terreno non debba essere trattata già nei primi approcci con tale fondamentale.
E’ ormai consuetudine identificare con i vari ruoli le posizioni di difesa. Normalmente in posto 1 e in 2 difende l’alzatore o l’opposto; lo schiacciatore difende in posto 4 o in posto 6, mentre in posto 5 va a difendere il centrale o, se si gioca con il libero, proprio quest’ultimo.
Questo rappresenta un modo di disporre i difensori del tutto generico; soprattutto con dei giocatori giovani risulterà importantissimo far eseguire il fondamentale di difesa a tutti in tutte le posizioni del campo, anche perché spostare un difensore in un posto piuttosto che in un altro, tatticamente, potrebbe risultare decisivo.
Comunque il concetto fondamentale che deve “assillare” il difensore è che in ogni azione difensiva ci deve essere sempre almeno il tentativo di prendere la palla e che quando un difensore va a fare un recupero tutti i compagni che sono nelle vicinanze lo devono aiutare.
SISTEMI DI DIFESA
Cercherò di non creare troppo caos, confondendo le idee chiamando i vari sistemi difensivi con troppi numeri e nomi, limitandomi solamente a descriverli in maniera discorsiva.
Innanzitutto bisogna sottolineare il fatto che a questo punto si deve fare riferimento anche al posizionamento del muro e all’attacco avversario, in altre parole, ora vedremo come posizionare i nostri difensori in base a dove proviene l’attacco ed al nostro modo di approntare il muro.
Prenderemo in esame come esempio un sistema difensivo che potrebbe andare bene per squadre di serie D o C.
Partiamo con un attacco di primo tempo al centro.
Il nostro muro potrebbe raddoppiare o con l’ala destra o con la sinistra, di conseguenza, dalla parte dove c’è il raddoppio, i difensori di seconda linea, andranno a coprire la traiettoria d’attacco, mentre il terzo di prima linea si preoccuperà del pallonetto mentre e il terzo di seconda linea rimarrà a coprire il tocco del muro.
Nel caso si riesca ad approntare il muro a tre sul centrale avversario, allora entrambe le ali di seconda linea scenderanno a coprire il pallonetto mentre il difensore di posto sei rimarrà lungo per prendere le palle schizzate dal muro.
DIFESA 1 ( uno – dito indice – muro posto in parallela )
Se l’attacco proviene dall’ala (o da posto 4 o da posto 1 o 2), tenendo conto che andremo a contrapporre all’attacco avversario un muro a due, ci disporremo in difesa con l’ala ( terzo di rete ) che va a coprire la diagonale stretta e di conseguenza i posti cinque o uno si sposteranno sulla diagonale lunga o sul pallonetto dietro al muro, mentre il posto sei si preoccupa ( a seconda della tattica stabilita) della parallela spostandosi a destra o a sinistra e del tocco lungo del muro, oppure di triplicare in diagonale.
DIFESA 2 ( due – dito indice e medio – muro posto in diagonale )
Se l’attacco proviene dall’ala (o da posto 4 o da posto 1 o 2), tenendo conto che andremo a contrapporre all’attacco avversario un muro a due, ci disporremo in difesa con l’ala ( terzo di rete ) che va a coprire il pallonetto dietro al muro verso il centro del campo e di conseguenza i posti cinque o uno si sposteranno sulla parallela o sulla diagonale stretta, mentre il posto sei si preoccupa della diagonale lunga spostandosi a destra o a sinistra e del tocco lungo del muro.
CONSIDERAZIONI
Studiando in maniera abbastanza approfondita il gioco delle categorie minori, sono giunto alla conclusione che la zona più colpita dagli attacchi avversari si trova verso il centro del campo (soprattutto palle abbastanza lente), ecco perché ritengo che i due moduli difensivi sopra esposti siano abbastanza buoni per le categorie regionali.
A proposito proprio di questo ultimo concetto, è basilare che la posizione del difensore debba essere esattamente fuori dal cono d’ombra del muro( con eccezione di chi si preoccupa del pallonetto ); tale concetto infatti sta alla base della famosa correlazione muro-difesa.
Queste appena trattate sono solamente alcune idee di moduli difensivi, in realtà, di soluzioni tattiche ce ne possono essere molte altre, l’importante è che ogni sistema attuato risulti efficace nell’economia della squadra e quindi sia adeguato ad essa.
In ogni situazione si deve porre la giusta attenzione alla difesa del pallonetto e di tutte le palle lente con almeno un uomo preposto alla difesa di tale attacco.
Un concetto che secondo me va sviluppato già con i giovani, relativo alla posizione di partenza in difesa, prevede una posizione abbastanza stretta (con le ali, cioè, che si devono abituare a partire da una posizione piuttosto accentrata) questo faciliterà l’automatizzazione delle posizioni difensive per una pallavolo di più alto livello.
In conclusione l’impostazione dello schema difensivo nella nostra squadra dipenderà da diversi aspetti, prima di tutto dalla tipologia dei giocatori che la compongono ed infine dalle caratteristiche dei nostri avversari.
Comunque un concetto deve sempre essere ben chiaro in testa sia ai giocatori, ma soprattutto agli allenatori: con il muro e la difesa è impossibile coprire tutto lo spazio del campo; infatti la bravura di un giocatore e di un allenatore non sta nel pretendere di coprire tutta la superficie di gioco, ma nell’approntare una buona copertura difensiva di quelle zone dove con maggiore probabilità finirà l’attacco avversario.
IL LIBERO
In ultima analisi è necessario spendere qualche parola per la figura che maggiormente impersona il fondamentale della difesa, ovvero il libero.
Ormai tale giocatore è diventato un pezzo fondamentale della pallavolo al punto tale che nell’allestimento delle squadre di alto livello non si può prescindere dalla scelta di un libero che possa fare la differenza.
Se per le categorie maggiori avere un buon libero può fare la differenza, è anche vero che introdurlo nelle squadre di livello regionale potrebbe disincentivare il lavoro con gli schiacciatori – ricettori.
Nello scegliere un giocatore per questo ruolo bisogna comunque, prima di tutto, cercare una persona molto forte mentalmente. Deve essere necessariamente forte di carattere, infatti, un giocatore che ha la possibilità di far vedere il suo valore solamente eseguendo due fondamentali (ricezione e difesa).
Per queste ragioni risulterà fondamentale che chi vorrà cimentarsi in questo ruolo dovrà essere particolarmente motivato, spesso infatti i migliori liberi nascono dalla volontà dello stesso atleta di intraprendere questo ruolo e non dall’imposizione dell’allenatore.
Una volta individuata la persona giusta sarà importante dedicare il giusto spazio all’allenamento di questo particolare giocatore. Se si tratta, come in effetti è, di un ruolo così decisivo, sarebbe assurdo non allenarlo in maniera particolare cercando di ritagliare dei momenti per il suo allenamento specifico.
Un aspetto da non tralasciare nel programma di lavoro di un libero è il salto. Solo perché in partita non gli sarà permesso di effettuare salti in allenamento non bisogna esonerarlo dagli attacchi, anzi fargli eseguire il gesto dell’attacco lo aiuterà non solo a scaricarsi dal punto di vista mentale, ma soprattutto a mantenere un buon livello di forza esplosiva e di reattività, caratteristiche fondamentali per una corretta postura difensiva e per un’uscita rapida da essa.
Riassumendo brevemente quanto detto finora, è chiaro che la caratteristica più importante di un buon difensore è senz’altro la determinazione ad andare su ogni palla e la volontà di non farla mai cadere, in altre parole il buon difensore è solo chi ha “mentalità vincente”.[/nextpage]